La storia dell’Ospedale Moriggia Pelascini nasce dalla carità della giovane Suor Fede Passoni, che nell’estate del 1899 aveva da poco fatto la vestizione tra le Suore Adoratrice del SS. Sacramento quando arrivò a Gravedona per assistere la signora Maria Rossi, moglie del Signor Aggio Mattone, sofferente da tempo. Furono la presenza discreta e la generosità di Suor Fede a suggerire al Signor Aggio Mattone l’idea di mettere la sua casa a disposizione delle Suore, perché potessero assistere, con lo stesso amore, gli altri ammalati e anziani di Gravedona.
Il signor Aggio interessò della cosa Padre Spinelli che considerò positivamente tale proposta e finalmente, il 14 febbraio 1900 fu firmato l’atto notarile col quale le Suore Adoratrici acquistavano la proprietà dal Signor Aggio Mattone Onorato per 1.500 lire, dando inizio alla cura degli ammalati e anziani del piccolo ospedaletto S.Giuseppe.
Dalla Casa S.Giuseppe si stacco nel 1928 la Suora che assistette durante la sua ultima malattia la Signora Moriggia Pelascini. Si ripeté allora ciò che era accaduto nel 1899; la signora Moriggia decise di dare un ambiente più confortevole ai gravedonesi ammalati.
La Casa Moriggia Pelascini, pur non essendo Ospedale, in quegli anni ne aveva di fatto le funzioni, per la presenza continua dei medici che svolgevano la loro attività a tempo pieno e per l’ubicazione particolare della struttura, unica sulla sponda occidentale del lago. Il riconoscimento ufficiale arrivava con delibera di Giunta Regionale della Lombardia nel 1974, e la Casa Moriggia Pelascini diventava Ospedale Generale di Zona.
Nel 1999 l’Ospedale di Zona entra a far parte del Gruppo Italcliniche, che ne ridisegna l’assetto accreditato inserendo nuove discipline quali la pediatria per rispondere alle esigenze del territorio, e conferendogli inoltre una speciale vocazione all’emergenza-urgenza.
Il nuovo millennio segna la rinascita dell’Ospedale, che riceve l’accreditamento per alte specialità quali la Neurochirurgia, la Cardiologia con Emodinamica, la Chirurgia Vascolare e la Terapia Intensiva/UTIC. L’elisuperficie viene potenziata ed adibita al volo notturno, e la vocazione dell’Ospedale all’emergenza-urgenza viene riconosciuta nel 2010 quando diventa DEA di primo livello.
Da allora l’ Ospedale svolge funzione di pubblica utilità in un settore delicato come quello dell’emergenza-urgenza, in un territorio completamente sprovvisto di presidi simili ed in cui le comunicazioni varie sono fortemente disagiate. L’ Ospedale di Gravedona ed Uniti ha acquisito un assetto accreditato che ne consente lo sviluppo di sinergie garantendo una tempestività delle cure ed esiti eccellenti.
Con il 2013, l’Ospedale ha aperto una nuova sfida, quella della riabilitazione specialistica ad alta complessità. Oltre ad essere un punto di riferimento per la riabilitazione ad alta complessità sul Parkinson, nel 2013 viene inaugurato il progetto di neuro riabilitazione su pazienti con gravi cerebrolesioni non stabilizzate in collaborazione con la Clinica Universitaria di Innsbruck diretta dal Prof. Leopold Saltuari.
L’ avvio di tale progetto ha trovato nell’ Ospedale di Gravedona ed Uniti la sede ottimale proprio per via della sua vocazione all’ emergenza urgenza, poiché tale riabilitazione presuppone l’ intervento su pazienti gravemente cerebrolesi in fase ancora non stabilizzata, entro pochi giorni dall’ intervento traumatico.
Ancora oggi, soprattutto dopo l’esperienza pandemica Covid-19, l’Ospedale non smette di credere ad un futuro in cui la propria mission, come testimoniato dalla sua storia, si attui e si sviluppi al pari dell’innovazione e della efficacia nella cura di chi ha bisogno.
Italia Hospital S.p.a.
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